Riemergo dal torpore per una piccola polemica, ma credo sia utile anche a voi. Dato che da poco dò anche qualche servizio di grafica alle colleghe creative, ho voluto provare una delle favolose offerte del noto servizio di stampa online Vistaprint, anche per poterle eventualmente indirizzare lì, dato che i budget in questo settore sono sempre molto risicati. Penso che ognuna di voi sia bombardata via mail e su fb dalle loro megapromozioni dove ti danno tutto a prezzi ridicoli. Allora, avendo appena rinnovato la mia immagine coordinata, mi son detta: proviamo, tanto 250 biglietti da visita per 3,49 € possono pure non essere eccelsi, posso anche fare un test. Quindi clicco sul "post sponsorizzato", arrivo sul sito, carico il mio file e già lì - sorpresa! - automaticamente il prezzo raddoppia. E ok, ci può stare. Vado avanti, scarto tutte le aggiunte di servizi di ogni tipo, seleziono l'omaggio, arrivo al pagamento e noto che non appaiono da nessuna parte i costi di spedizione... proseguo e clicco su paga con PayPal. Mi registro, seleziono i dati, inserisco un messaggio con i dati di fatturazione, clicco ok. E lì - SORPRESONA! - l'elenco dei servizi di spedizione da scegliere: Corriere espresso più di 40 € (QUARANTA EURO???) e poi a scalare altri servizi fino ad arrivare alla consegna standard in 21 giorni di oltre 8 €!!! Al che, ho annullato l'ordine e gli ho scritto per far loro presente che queste sono delle prese per i fondelli, vediamo se mi rispondono. In ogni caso, l'immagine presa in prestito al sito Medioshopping è molto esplicativa secondo me. Oltretutto, amiche che hanno provato il servizio mi dicono anche che la stampa non è granchè. Quindi non so voi, ma io da loro non stampo. Se avete avuto esperienze migliori della mia, aspetto feedback. Ciao e occhio ai falsi affari.
Arieccomi. Ho latitato un po', ero poco ispirata per scrivere e poi le festività mi hanno impegnata: ultime commissioni da terminare, regali da comprare, auguri da fare, persone da vedere, ecc.
Ieri sera cena da amici e oggi, primo giorno del 2013? Prima nanna fino a tardi, poi telefonate di rito, messaggini, facebook e infine... PULIZIE! ARGH!!!!
Foto da web
Eh, sì, ogni tanto bisogna cimentarsi in una delle attività più odiose e meno creative che esistano e per farcela, l'unica è accendere la radio! E cantare ovviamente, incurante delle stecche e delle povere orecchie dei vicini di casa, ma quanno ce vo', ce vo'!
Ultimamente mi sento mooooolto rock, ma oggi ho fatto un'eccezione e mi sono sintonizzata sulla web radio tematica di Radio MonteCarlo: New Classics.
Ragazze, se amate le cover, è la radio per voi: successi straconosciuti in versioni bellissime, davvero una selezione musicale molto raffinata!
Sentite che bella questa versione di Heart of Glass di Blondie:
Quindi, se anche voi mentre stirate o pulite il bagno cercate di alleggerire la fatica con la musica, e volete ascoltare qualcosa di originale, scaricatevi l'app o il widget e via!
Vi avverto: è un post leggermente nostalgico. Ma Liana vi ha già un po' abituati, mi ha spianato la strada. Quindi, pronti? Via!
Ieri mattina, mentre andavo ad un appuntamento, ascoltavo la radio in macchina, come al solito. Non so stare senza musica quando guido. La amo da sempre e ascoltarla durante un viaggio in auto, lungo o breve che sia, mi regala rari momenti in compagnia dei miei pensieri in totale libertà.
Dopo molti anni di fedeltà assoluta, sono passata da Radio Deejay a Virgin Radio. Ho bisogno di meno parole e più buona musica, ecco il motivo del tradimento: su Virgin infatti passa solo rock e anche molto rock d'annata. Va da sè che il mio lato nostalgico venga continuamente sollecitato e solleticato.
(Foto da web)
Ieri mattina, dicevo, uno dei primi pezzi che sono passati è stato Dancing with myself di Billy Idol.
Ed ecco che in un attimo mi sono ritrovata ai tempi del liceo.
Mi sono ricordata di lui, di quel biondino cattivello, del poster che avevo in camera e di tutto il mio mondo musicale di quegli anni. Credo che un sorriso ebete mi si sia stampato in faccia a ripensare a tutte le volte che ho ballato su quelle note al mitico Vinile di Rosà, vicino a Bassano. Tutti vestiti di nero, si condivideva una macchina e via: tutti a ballare con i Cure, i Joy Division, i Soft Cell, Siouxsie, gli Smiths, i Bauhaus... che begli anni, quando tutto doveva ancora cominciare e tutto sembrava possibile.
Vedere oggi Billy Idol mi mette un po' di tristezza. Così come anche vedere Robert Smith, ingrassato, imbolsito... loro erano i miei idoli, i miei riferimenti anche per il loro aspetto, così trasgressivo allora. Mi fa tristezza soprattutto perché vederli invecchiati mi dà la dimensione di quanto tempo sia passato e di come sia passato in fretta. E capisco lo stato d'animo di mia madre quando, uno dopo l'altro, vengono a mancare i miti dei suoi anni migliori: Brando, Newman, Mastroianni... si perdono pezzi di vita e di gioventù.
Rolling Stones: Nonnetti un cazzo!!! (Foto da web)
Il rovescio della medaglia però è che il rock (e la bella musica in generale) mantiene giovani, almeno dentro. Quanti artisti degli anni '80 infatti, proprio come i già citati Cure, ancora oggi riempiono gli stadi? E per andare più indietro ad altri mostri sacri, parliamo dei Rolling Stones, dei Deep Purple, di Bruce Springsteen, di Iggy Pop... Dopo più di 40 anni sulle scene sembra abbiano ancora tantissimo da dare! Nonnetti un cazzo, insomma! ^___^
Ed anche se io non suono, quando vado a vedere un concerto sono una teen ager di 47 anni. Magari non pogo più e sotto il palco non sempre ci vado, ma la musica live - ooooooooh! - è una delle cose per cui vale la pena vivere! E i nostri anni migliori sono dentro di noi anche oggi, se li sappiamo tenere vivi!
Long live rock 'n' roll!
Deep Purple - Smoke on the water (Live at Montreux 2006)
Questo post voglio dedicarlo a un po' di persone:
mio padre, che mi ha regalato l'amore per la musica;
le mie fantastiche sorelle, Valentina e Daniela, da sempre compagne di scorribande musicali e non;
mia mamma, che ha sempre sopportato ore di musica new wave a palla e alla fine l'ha amata anche lei (e la ascolta tutt'ora alla tenera età di 77 anni);
mio marito Adriano, da sempre mio "pusher" di ottima musica e compagno di concerti;
il mio amico Max, che vivrebbe ancora negli anni '70, per sempre;
i miei amici Marco e Sandrino, grazie ai quali ho visto taaaaanti concerti gratis;
Schultz, autista di tante serate al Vinile e amica di una vita intera;
Ilaria, anche lei amante della buona musica e anche lei amica di una vita;
la mia amica Mara metallara che sta allevando la sua piccola Lisa a latte e rock;
le mie nuove amiche Natalia e Claudia che non si perderebbero mai un concerto.
Oggi mi sono imbattuta, gugolando, in un pezzo del doppiaggio italiano della Carica dei 101, il cartone animato originale del 1961. Ad un certo punto sento: "noi cani non ci intendiamo molto di bellezza muliebre".
Da quanto non udivo questa parola? Almeno dai tempi del liceo classico.
E un bambino di oggi sa che vuol dire?
Il fatto è che la tv, il cinema, la radio, con il passare degli anni, hanno smesso di avere una funzione educativa e divulgativa (pensiamo a come sia stata importante la televisione negli anni '60 per diffondere l'italiano in sacche di popolazione ancora analfabete o semi-analfabete). Pian piano, invece che cercare di tenere alto il livello del linguaggio, questi media (e si legge media, non midia, perché è una parola latina: è il plurale di medium = mezzo e significa per l'appunto mezzi) si sono adeguati al basso livello della parte più becera della popolazione.
Di questo hanno grande responsabilità in primis le tv commerciali che hanno preferito dare alla massa programmi vendibili piuttosto che programmi di qualità; in secundis noi, che ci siamo andati dietro, ignari delle conseguenze.
La bella lingua italiana, in bocca ai Signori delle televendite e alle Signore "tette al vento", veline primigenie, si è impoverita, imbarbarita, imbastardita. Ha perso congiuntivi, parole, suoni. Si è persa. E per ogni neologismo di internettiana e anglofona derivazione, come ad esempio il "gugolare" che ho usato all'inizio della mia filippica, 10 vecchi vocaboli oramai desueti, lasciano nel silenzio il Dizionario della Lingua Italiana.
Il Trota - Foto da web
La volgarità e decadenza della nostra cultura sono degnamente rappresentate da personaggi a dir poco naïf, che ricoprono (o hanno ricoperto) ruoli istituzionali, creando a molti italiani un grande imbarazzo internazionale.
E su Facebook passano per verità dogmatiche assiomi del tipo "il latino non serve a un cazzo nella vita reale". Ok, sì, è uno scherzo e ci volevamo fare due risate, ma dal latino viene l'italiano e molte altre lingue europee. E aiuta a capire ed apprezzare tanti termini del nostro idioma.
Lo so, è un po' tardi per organizzarsi stasera, ma per domani ce la potete fare.
Infatti stasera e domani, in occasione di Halloween, torna in molte sale il film culto di tante generazioni: il fantastico Rocky Horror Picture Show!
Vi dico subito che io AMO questo film. Lo vidi a 15 anni per la prima volta e mi folgorò a tal punto che il giorno dopo disegnai a memoria i personaggi principali sul mio diario Linus (dev'essere da qualche parte nel garage).
Tim Curry è affascinante in questa perversa interpretazione di un transessuale (Frank'n'Furter) che sta costruendo l'uomo perfetto (per lui) ed è circondato da personaggi che definire pittoreschi è poco.
E del film non vi dico altro perché, se non l'avete visto, NON POTETE PERDERVELO in questa versione restaurata con audio 7.1.
La colonna sonora è meravigliosa, intramontabile. Qui vi propongo il mio spezzone preferito, quando l'ignara coppietta, rimasta in panne con l'auto, si ritrova faccia a faccia con l'ambigua creatura. Anche il pezzo, io lo ADORO (ce l'ho anche come suoneria sul telefono)!
Visto che roba? ^___^
Ah, l'elenco delle sale in cui lo proiettano è sul sito di NEXO DIGITAL.
Se non siete tipi da feste in maschera, vi consiglio vivamente di non mancare a questo evento.
Stasera vi voglio proporre il video di Halloween del nostro gruppo! Era da carnevale che non ne facevamo uno ed era ora di divertirsi di nuovo a giocare con trucchi ed effetti speciali! :D
Ecco qui, non aggiungo altro! Speriamo proprio di strapparvi un sorriso!
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I vampiri sono decisamente di moda, ma per me lo sono sempre stati. Fin da bambina, infatti, seguivo con mio papà i film horror dell'epoca: Frankenstein, l'Uomo Lupo, la Mummia... ma Dracula, creato dallo scrittore Bram Stoker, è sempre stato per me il più inquietante e allo stesso tempo quello che mi intrigava di più.
Christopher Lee
La passione per i vampiri l'ho poi sempre coltivata nel tempo, andando a recuperare vecchi classici come il Nosferatu di Murnau del 1922, interpretato da Max Schreck, innamorandomi del bellissimo e crudele Lestat di Intervista col vampiro(tratto da "The Vampires Chronicles" di Anne Rice, una vera e propria saga di vampiri moderni ai quali, a mio modesto parere, Twilight e compagnia si sono pallidamente ispirati) e poi appassionandomi alla divertente serie True Blood dove i vampiri sono protagonisti, ma accompagnati da molti altri esseri strani come ad esempio i mutaforma.
Alexander Skarsgård
Forse con lui ha inizio la leggenda.
La figura del vampiro, nata da leggende popolari molto antiche, negli anni ha visto un lento cambiamento: da Nosferatu, essere ripugnante e spaventoso (sia nella versione originale, sia in quella più recente interpretata da Klaus Kinski), attraverso Dracula con Christopher Lee, sempre spaventoso, ma meno grottesco, fino ad approdare ai vampiri più recenti che, pur mantenendo la loro natura predatrice, assumono i volti di attori come Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas e possiedono l'innegabile fascino dei viaggiatori del tempo e signori delle tenebre; e ancora ai nuovissimi vampiri delle serie televisive (come la già citata True Blood) che, sempre bellissimi e giovani, convivono apertamente e addirittura intrecciano relazioni sentimentali e sessuali con gli umani. Mio padre avrebbe gridato allo scandalo e all'eresia! :)
Tom Cruise (Lestat) e Brad Pitt (Louis)
Dicevo all'inizio di essere sempre stata attratta da questa creatura malvagia. E sicuramente non sono la sola. Ma perché il Principe delle Tenebre piace così tanto alle donne?
Buffy, the Vampire Slayer
Al di là dell'innegabile bell'aspetto, il vampiro di oggi ha il fascino del maudit, del maledetto. Bello, intelligente, sexy, potente, malvagio, ma allo stesso tempo vittima di un dramma enorme: quello di vivere per sempre preda di un istinto che lo spinge a nutrirsi uccidendo come un animale, dilaniato tra la stanchezza di un'esistenza senza termine né scopo ed il normale istinto di rimanere vivo ad ogni costo, pur non essendolo. Privato per sempre della luce, accompagnato solo da altri esseri come lui, spesso incapaci di empatia. Occhi che hanno visto tutto in tutte le epoche, ma che potranno chiudersi solo per mano di un ammazzavampiri.
Questo spezzone è tratto da un altro film su Lestat de Lioncourt, il vampiro creato da Anne Rice. Non è uno dei miei film preferiti (il libro è mooooolto più bello), ma incomincia proprio parlando della solitudine nell'eternità.
Come anticipavo qualche giorno fa nella mia presentazione, in questa rubrica mi occuperò di ciò che mi piace: cinema, arte, musica, pubblicità... insomma un po' di cose tra lavoro e tempo libero, sperando di farvi scoprire qualcosa di bello.
Nei giorni scorsi sono io ad aver scoperto, grazie ad un'amica, qualcosa di bello: gli short films di un pubblicitario come me: Giorgio Oppici.
Dopo aver visto il primo video (realizzato per un ristorante di Verona), ho subito capito che non era il solito spot pubblicitario, ma un vero e proprio mini film, curato nei minimi dettagli: caldo, coinvolgente, che ti fa davvero venir voglia di entrare in quel mondo che ti sta raccontando.
Sul suo sito, semplice, pulito, con lo stretto necessario, ho continuato la visione degli altri suoi lavori: uno più bello dell'altro.
I suoi video sono piccoli mondi emozionali che raccontano storie, sensazioni, ti fanno fermare su particolari apparentemente insignificanti, come le fiammelle delle candele che danzano a ritmo di musica, o le foglie secche sulla ghiaia che volano via spinte dalla marmitta di una moto accesa.
Immagini a volte ferme come fotografie, se non fosse per piccoli movimenti sullo sfondo o per i cambiamenti di luce; inquadrature originali, piene di sensibilità; giochi di messa a fuoco che danno alle immagini un bellissimo movimento. E volti così naturali, situazioni di vita semplici, nulla che sembri artefatto: persone come noi, chiacchiere, sorrisi. Personaggi normali che diventano straordinari.
Il tutto condito sempre con scelte musicali azzeccatissime.
Guardare i suoi piccoli capolavori mi ha fatto pensare al fatto che oramai gli spot pubblicitari come noi li conosciamo, brevi, che arrivano subito al punto, abbiano fatto il loro tempo. Credo che invece questo linguaggio più lento, più caldo, metta il consumatore più a contatto con il prodotto, o meglio, con chi gli offre quel prodotto: per le piccole e medie realtà credo sia il linguaggio perfetto.
Per vedere tutti i suoi short film cliccate qui: buona visione.
Mercoledì scorso ho esordito con la mia rubrica SuoniLuciSegni senza nemmeno dirvi “ciao”. Ma ero reduce dal concerto del mio gruppo preferito e così ho preferito dare la precedenza a loro.
Ma oggi non ho più scuse e mi tocca dirvi qualcosa su di me. Cosa che mi mette abbastanza nell’imbarazzo perché non so mai cosa dire: mi verrebbe da scrivere troppo o troppo poco. E poi mi dico “a chi interessa?”. Ma tant’è: in questa società civile, la consuetudine vuole che ci si presenti.
Mi chiamo Roberta e la mia bionditudine va e viene: a seconda di come decido di colorarmi i capelli. Il mio periodo biondo, comunque, è coinciso curiosamente con anni di fantastica leggerezza: che sia l’acqua ossigenata a rovinare il cervello delle donne?
Sono senza dubbio - ahimè! - la nonnina del nostro gruppo: con la più giovane c’è una differenza di 17 anni. Ma non mi affliggo: l’età anagrafica conta fino ad un certo punto ed io, non essendo madre, sono ancora figlia, con tutta l’immaturità e l’irresponsabilità che ne derivano. :)
Foto da web
A parte gli scherzi, in effetti per molte cose sono rimasta un’adolescente: ad esempio adoro il rock, vado ai concerti, mi piace giocare coi videogiochi, sono una pessima casalinga e adoro andare da McDonald, dove spesso ordino l’Happy Meal, solo per avere il giochino. Perché - ovviamente - sono una feticista per quanto riguarda tantissimi gadget, tipo quelli legati ai film o alle serie che amo. Attualmente ho la fissa di viaggiare sul TARDIS e comprarmi un cacciavite sonico. E di sposare Doctor Who, ma temo sarà impossibile.
TARDIS - Foto da web.
E poi.
Ho una bellissima e monellissima beagle di 4 anni, di nome Zephyra. Ci parlo. Ecco, magari questo non è tanto stravagante, direte voi, moltissime persone parlano con il loro cane; dubito però che lo interpellino sui massimi sistemi; più probabilmente si limitano a cose più basiche, tipo pappa, cuccia, seduto...
Zephyra durante una delle sue attività preferite.
Ecco, ora penserete che sono una minorata mentale (sono anche minorata e basta, nel senso di poco dotata di quegli aggeggi che tanto piacciono al sesso forte), ma non è così! Amo anche tantissime cose serie, lo giuro! Fidatevi! :)
Per lavoro mi occupo di immagine e un po’ tutta la mia vita ruota attorno a pubblicità, creatività, arte, grafica. Anche il mio hobby è creativo: non se ne esce.
Qui però mi occuperò soprattutto di musica(Suoni), cinema(Luci) e arti visive(Segni); ma mica per insegnarvi nulla, beninteso, sarà un pretesto per parlare di ciò che mi piace, un po’ alla carlona, senza pretese di essere tuttologa o intellettuale, che proprio non lo sono. Mi basterebbe incuriosirvi un po’, magari sapere che vi ho fatto scoprire qualcosa che non conoscevate e che vi è piaciuto. E vederlo scritto in un vostro commento.
Ogni tanto non mancherò di sconfinare in temi diversi. D'altra parte, questo è un blog di bionde, non c’è spazio per le regole fisse.
Se vorrete seguirmi in questa nuova avventura, ne sarò felice!
Si parte!
Son passate diverse ore, ma sono ancora frastornata da quella tempesta perfetta di suoni e luci che è stato il concerto dei Radiohead, ieri sera all'Arena Parco Nord di Bologna.
Oramai si è già scritto tutto sull'evento, quindi probabilmente non vi racconterò nulla di nuovo su come era figo il palco, sui pezzi della scaletta o sullo scazzo di Thom che manda affanculo Johnny per un problema di rientri nel microfono, proprio nel bel mezzo di uno dei pezzi più intimisti e toccanti del loro repertorio, Exit Music.
E' tardi e i giornalisti hanno già fatto il loro lavoro la notte scorsa, alcuni bene, altri molto male (sigh! - oggi ho letto un pezzo che sapeva proprio di cartellino timbrato: "mi tocca scriverlo, ma non so quasi chi siano, vado su Wiki e scopiazzo due note biografiche, ci metto qualche aggettivo enfatico e mi porto a casa lo stipendio").
Io non farò meglio di loro, perché non scrivo per mestiere. Ma ho qualcosa in più: io sono una FAN! :) Dunque, sono sicuramente di parte, ma almeno li conosco benissimo e non vi darò informazioni prese da Wiki! ^___^
L'arrivo.
Dopo un'attesa durata 9 anni (l'ultima volta che li vidi fu a Ferrara nel 2003, durante il tour di Hail to the thief), ieri sera io e mio marito, entrambi fans della prima ora, abbiamo varcato insieme a venticinquemiladevoti, i cancelli dell'Arena: uomini, donne, ragazzini e over 50, un fiume eterogeneo di gente da tutta Italia e anche qualche straniero. Tutti lì per vedere loro, la band che più di tutte, in oltre vent'anni di carriera, ha saputo evolversi da un rock piacevole, ma tutto sommato "semplice", a inaspettate sperimentazioni elettroniche, diventando un faro nel panorama musicale odierno e sottraendosi a facili definizioni di genere.
Foto da Repubblica.it
Il palco è imponente, è ancora tutto spento, la gente prende posto dove può… ecco, come avrei desiderato in questo caso essere bionda, per poter corrompere qualche maschietto ed avanzare un po' più sotto il palco…. Certo, anche una ventina di centimetri in più di gamba avrebbero fatto la differenza (mamma, perché mi hai fatto gnoma?), ma per fortuna dal punto in cui ero vedevo almeno i video e i giochi di luci e immagini. E poi si sentiva bene, senza danni per i miei già provati timpani.
L'inizio.
Poco dopo le 21.30, ecco che arrivano sul palco!
Tutto si illumina, parte la base ritmica di Lotus Flower e il pubblico esplode! Thom ha la voce ancora un po' fredda, si sente che fa un po' di fatica sulle note alte, ma chissenefrega, come ha scritto qualcuno in questi giorni, mica vai a vedere i Radiohead per una lezione di bel canto!!! Che però arriva, perché Thom ha quel modo di cantare così toccante, così struggente, e la sua voce è così perfetta mentre si fonde con quell'arabesco di suoni che è la musica dei RH, che davvero non potresti volere nulla di più.
Il concerto.
La musica continua con l'alternarsi di pezzi pompatissimi e ritmati ed altri pieni di atmosfera. Bloom, 15 Step, e finalmente Lucky, il primo pezzo tratto da Ok Computer, album meraviglioso, perfetto, il disco di passaggio dal loro periodo più genuinamente rock, alla strada sperimentale che personalmente preferisco e amo in modo sviscerato.
Seguono altri 12 pezzi, tra cui spiccano There There (sul cd, l'esplosione di chitarre al minuto 3:57 vi cambierà la vita!), la splendida Pyramid Song, la meravigliosa You and Whose Army?, la potente I Might be Wrong, la versione riarrangiata di Planet Telex (da The Bends)… ma è difficile fare delle scelte, perché questo simpatico complessino, per dirla alla Elio, in tanti anni non ha mai sbagliato un colpo: ogni album è una collana di diamanti.
Gli effetti scenici.
Le solite malelingue, le stesse che dicono che Thom Yorke ha cantato male a Roma, hanno avuto da ridire anche su questo aspetto: "Eh, quando una band comincia ad affidarsi agli spettacoli pirotecnici vuol dire che non ha più niente da dire!".
MA… STIAMO SCHERZANDO? Questi sono discorsi da vecchi dentro, da gente che non ha capito che questa non è solo una band musicale, ma una band MULTIMEDIALE! I Radiohead hanno sempre prestato la MASSIMA attenzione ai nuovi media, all'arte digitale, alla tecnologia. E dal vivo hanno sempre creato degli spettacoli particolari e avveniristici: ricordo perfettamente l'allestimento all'Arena di Verona nel 2001 perché io c'ero anche lì, care le mie malelingue! :)
E tutto questo non esclude che siano, non solo grandi compositori (alcuni loro brani sono stati ripresi da musicisti classici e jazz, dimostrando di essere davvero oramai pezzi di MUSICA CLASSICA!), ma ottimi musicisti e innovatori!
Comunque, tornando all'argomento, forse anche per il lavoro che faccio, ho apprezzato moltissimo quello che accadeva attorno a loro sul palco: dei pannelli quadrati (6 fissi in cima al palco e una decina mobili, retti da cavi) riproducevano particolari dei musicisti, mani, strumenti, viso, piedi… durante non ricordo quale brano, il viso di Thom era scomposto in tanti pezzi, come fosse esploso! E ora a colori, ora in bianco e nero, ora con effetti grafici e cromatici che ricordavano a volte certe foto realizzate con Hipstamatic per iPhone, ma in movimento! E dietro i pannelli di luci a led, che creavano giochi e atmosfere unici!
I bis.
Thom e compagni tornano sul palco due volte.
Il primo bis si apre con la bellissima e strafamosa Exit Music, canzone su Romeo e Giulietta. Come già detto sopra, a metà Thom si interrompe, sibilando verso Johnny Greenwood una amabilissima frase tipo "Johnny, turn that fucking mic off"… con relativa occhiataccia, enfatizzata dai mega schermi che in quel momento erano tutti per il suo viso. Dopodiché riprende come se nulla fosse accaduto, esattamente dal punto in cui si era fermato. :) Deve avere un bel caratterino, il mio Thom.
Seguono The Daily Mail, Myxomathosis e la inarrivabile Paranoid Android. Brividi.
Il secondo bis parte con la malinconicissima Give Up The Ghost (Doooon't huuuurt meeee… ripete Thom in una litania ipnotica), prosegue con House of Cards, Reckoner e chiude con la splendida Everything In Its Right Place, introdotta dall'incipit di True Love Waits (I'm nooooot liiiiiviiiiing, I'm just killing tiiiiiime…).
I nostri eroi lasciano il palco tra gli applausi qualche minuto prima di mezzanotte e a noi non resta che fare mestamente ritorno sulla Terra, dopo questo viaggio sull'astronave Radiohead.
Il pubblico.
Come dicevo, eterogeneo e molto pacifico. Nessun incidente, nonostante la moltitudine. Lasciatemi però rivolgere invettive e anatemi sparsi alle seguenti categorie:
Le persone alte.
Le persone con capigliature ingombranti.
Le persone alte e con capigliature ingombranti.
Le ragazze che si arrampicano sui loro poveri fidanzati succubi (tappetini, ribellatevi!!!) e rimangono lì per tutto il concerto, impedendo agli altri di vedere qualcosa.
Quelli che, pur avendo sborsato la cifra non esattamente popolare di circa 60 € per essere lì, non hanno fatto altro che chiacchierare, disturbando anche durante l'ascolto dei pezzi più intimisti.
Ma, cosa vi dice il cervello???? Statevene a casa, risparmierete in tempo di crisi e renderete oltremodo felice me e un sacco di altra gente!
Bene, mi pare di aver detto anche troppo; ma io sono una fan, qui c'è un cuore che batte, mica scrivo per soldi! ^___^
E allora lasciatemi sbrodolare in pace il mio amore per questo gruppo stupendo.
Ah, dimenticavo. Al concerto c'era una bionda, la bionda più famosa del mondo, quella a cui sono state dedicate mille canzoni, che ogni tanto si tinge di rosso, che a volte si mostra in tutta la sua bellezza, a volte si nasconde un po': la Luna! E lei sì che aveva un'ottima visuale!!!