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mercoledì 26 dicembre 2012

Diario di un intollerante anonimo: pranzo di Natale

Foto da web 


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Che poi dico io, quelli che stanno peggio in queste circostanze, non sono tanto gli intolleranti, quanto i familiari.
Familiari che finiscono anche loro a mangiare verdurine e piatti piuttosto sciapi perchè poi 'apicciridda ci resta male.
Niente pastaalfornofassumaurupolpetteripienepatateconformaggio e amenità varie.
Niente fungo fritto nel burro e affogato nella bechamelle.
Niente creme caramel, niente panettone, niente pandoro e soprattutto niente crema al mascarpone.
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Ricordate, la parola d'ordine è ATARASSIA.

E allora buon Natale, tra una galletta e un maccherone di mais, tra una carota ed un quarto di finocchio.
Guardiamo il lato positivo: nessuno, della mia famiglia, dovrà fare la dieta disintossicante post abbuffate...


giovedì 29 novembre 2012

Diario di un intollerante: giorno 377

Che poi anche l'intolleranza ha i suoi lati positivi.
Se proprio vogliamo.
In primis la linea.
Mangi miglio come un canarino, albicocche secche come in geriatria, però non metti un etto. Anzi, perdi chili su chili e tutti lì a domandarti con occhietto vispo:"Come hai fatto??"
"Seguo la dieta di Gandhi, tesoro!"
Poi...vediamo...un altro pregio dell'intolleranza?
Ah, sì, la pietas.
Se sei un intollerante, lamentati, strepita, fai sì che tutti si mettano nei tuoi panni di povero mortale che ormai può solo sentire il richiamo della Nutella come le sirene Ulisse ma non può raggiungerla.

Foto da web
In men che non si dica, adorabili amiche-crocerossine da tutta Italia, mosse, appunto, a pietà, ti manderanno squisitezze da ogni dove, rigorosamente gluten e lattosio free (o come direbbe uno dei gemelli A. del chioschetto delle crepes nel Postaccio - ameno luogo di villeggiatura ai piedi della ridente Taormina-, gruten frai. In che lingua lo pronunciasse ancora non ci è dato sapere) per allietare un pò le tue giornate senza pane burro e marmellata (nel senso, la marmellata senza pane e senza burro che ragione ha di esistere??) - Grazie Rosy, grazie Piffi (se qualcuno fosse interessato a fare donazioni, lo scriva nei commenti).
Certo.
Ricominciano a farsi sentire i problemi quando, per un buffet per questo evento qui*


mi trovo a cucinare una torta che ha soli due ingredienti: uova e Nutella.
Quintali di Nutella, dentro, sopra, sotto, di lato e tutt'intorno.
Senza assaggiare, senza leccare il cucchiaio, senza pucciare il dito nell'impasto.
Però sono stoica.
Come ogni buon intollerante che si rispetti.
Del resto, non posso mica pretendere che le dolci signore che verranno a trovarci  si limitino a mangiare stick al sesamo e miele.
Penso al Dalailama e vado in cucina.
La Nutella non esiste.

Post scriptum: L'evento in questione è il nostro Red Lips Tea Party, un pomeriggio spensierato tra amiche vecchie e nuove all'insegna del buon gusto, delle risate e dei dolcetti (giuro, dolcetti normali e non per intolleranti!) dove saranno in mostra le creazioni Narcysa e dove potete provare le deliziose proposte d'intimo, maglioni e pigiami di Antonella e Simona. 
Siete tutte invitate!
Si svolgerà a Catania, presso Intimo363, viale Mario Rapisardi n.363 (zona chiesa San Luigi). Vi aspettiamo e...non dimenticate il vostro rossetto rosso ;)

mercoledì 7 novembre 2012

Diario di un intollerante anonimo. Giorno 357

Quella nazista in gonnella della Doc sta progettando una pulizia etnica degli intolleranti.
Ne sono certa.
357 giorni.
A mangiare miglio come un canarino.
Niente frittura, niente cotolette, niente pane, pasta, formaggi,niente maionese.
Un panino mortadella e bufala è nel regno dell'impossibile.
Cos'è che ti concede, la stronza? Verdura e frutta.
Tutte quelle cose che ogni bambino combatte strenuamente e che io, piccolo comandante Marcus dei bambini in-lotta-con-i-cibi-sani, rifiuto ancora adesso.
E sfido qualunque umano adulto e sano di mente a campare, FELICE, nutrendosi di zucchine.
Nessuno.
A qualcuno la zucchina saprà pure di primavera. Ma una zucchina, due zucchine, tre zucchine. Non mille milioni di zucchine.
Quelle sanno di depressione.
Sì, lo so, ognuno di voi dedito ai sordidi piaceri del palato potrebbe dire "Oh ma che te frega? Mangia quello che ti pare e fanculo la Doc!"
No.
Perchè lei è malefica.
Lei, nello stesso istante in cui hai messo piede nel suo studio su cui campeggia una rappresentazione dello Yin e dello Yan (e lì lo dovevo capire che c'era qualcosa di sinistro), mi ha gettato sopra La maledizione.
E non è un delirio da mancanza di grasso o zuccheri.
E' un fatto.
In autogestione decido di poter mangiare le castagne.
Sono un cibo di stagione che io ADORO e che non contiene glutine.
Quale può essere l'intoppo?
L'intoppo sta nel fatto che secondo lei, la Nazi in gonnella, dovrei mangiarne quattro o cinque.
Doc, vabbè che tu sei dell'alta Italia e non lo puoi sapere, ma qua, nel profondo Sud, quattro o cinque castagne si mangiano per assaggiare. Giusto per vedere come sono di sale o se sono cotte o no.
Infatti.
Come era prevedibile.
Dolore, lancinante dolore, con tutti gli annessi e connessi.
LA maledizione ha colpito.
L'unico cibo che la Nazi permette in quantità industriale sono le gallette di mais.

Foto da web
Parliamone.
Regina di qualunque dieta, sfido chiunque ad esaltarsi per una galletta di mais.
Ebbene.
Dopo mesi e mesi di fame, io sono quel qualcuno.
Quel qualcuno che ci vede quasi poesia.
La galletta.
Ode alla galletta, cibo salvezza dell'intollerante medio.
Che la mangi con tutto.
Con il salato (grande grande accoppiata galletta, prosciutto crudo e tonno), con il dolce (spalmazzata con crema alla nocciola specifica per intolleranti - che poi mi chiedo...ma che c'è dentro? Il nulla cosmico aromatizzato al cacao? Misteri), a colazione col the (mi raccomando, non sempre della stessa varietà che poi l'organismo ti si impalla).
L'intollerante medio si ingegna dove l'umana comprensione delle cose non può arrivare.
Tipo.
Piazzare l'uovo in camicia ("Se il tuorlo è troppo cotto non lo digerisci" e lì, davanti all'uovo sodo scatta LA maledizione) sulle gallette in modo tale da evitare di leccare il piatto perchè non hai il pane per la scarpetta.
E lei, lei, la Doc, regina del cibo biologico e del mangiar sano, ti guarda con i suoi profondi occhi azzurri, la sua aria da Fatina Smemorina e ti compatisce.
Tu, che tra poco cominci a dare capocciate al muro perchè, nell'ordine, uccideresti per:
- una panna cotta
- un creme caramel
- un panino prosciutto e formaggio
- un tramezzino di quelli da buffet con maionese e salame
- un pezzo di pan brioches con crema al formaggio
E lei ti dice che forse, tra uno o due anni starai meglio.
No seriamente, ma lo fai apposta????
Ho già le allucinanzioni olfattive che improvvisamente sento odore di pizzetta.
Di quella del panificio, calda, col formaggio bianco latte, il pomodoro aromatico e l'oliva che campeggia tronfia, regina incontrastata del gusto (ah, per dire, io odio le olive).
Essì, mi sono stancata di questa cazzo di rassegnazione che pare debba calare su chi ha problemi (grossi) con gli alimenti, tipo grazia ricevuta.
Tu stai lì e ti vedi passare davanti cornetti, sfogliatine, pasticcini e cannoli.
E dovresti essere atarassico, completamente ignaro dei piaceri del mondo.
Ma perchè, dov'è scritto????
Io che mi rotolerei in una vasca di scaloppine ai funghi.
Di quelle impanate nella farina e fritte nel burro, senza pietà.
Per dire.
Ma cerchiamo di pensare al Dalai Lama.
Vado a mangiare una galletta che c'ho il calo di zuccheri.

Foto da web
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