lunedì 3 dicembre 2012

Un raggio di sole tra le gocce di pioggia

Piove, anzi: diluvia. Gocce grosse e pesanti.

'Mammaaaaaaaaaaaa cosa facciamo? Giochi? Giochiamo? Mamma mamma maaaaaaaammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!! Se non vieni lo meno! Mamma mi menaaaa!!!'

E fin qui, tutto ok.

Poi la domanda del Grande che non vorrei quasi mai sentire: 'Mamma, mi dai i pennarelli?'

Ecco. Mi trovo in difficoltà. Tirare fuori matite pennarelli pastelli in casa mia è tabù, da un paio d'anni.
Prima era un proliferare continuo di pesci, pesciolini, pescetti. Mostri e astronavi. Poi sono apparse le prime righe sui muri, sul frigorifero. Ma la cosa è stata arginata.
Poi, è arrivato lui: J. La vendetta.

Ciuccia avidamente l'inchiostro dei pennarelli, mangia i fogli di carta, rosicchia i pastelli e le punte delle matite, e cerca di ammaliarti con sorrisi colorati. Da allora la nostra attività pittorica si è di molto ristretta, fin quasi a scomparire. Ho un piccolo artista in erba che non si può esprimere liberamente..
A meno che J. non sia a nanna o altrove.

Quindi alla supplica del Grande 'Mamma mi dai i pennarelli??? Devo creare!' come faccio a dire di no? A resistere?
Ma J. è in altre faccende affaccendato, quindi decido di correre il rischio.

Come sono ingenua.

'Maaaaaaaaaaaammaaaaaaaaaaa posso prendere i fogli della tua stampanteria?'
'Stampante, amore, solo stampante. Si, prendili e fanne buon uso'.

Dopo un po', il giovane pittore arriva correndo, interpretando il consunto ruolo di bambino che ne ha combinata una a sua insaputa. 'Maaaaaaaaaaammmmaaaaaaaaaaaaa scusa non volevo... sai com'è, mi pareva che fosse il foglio, e sono uscito un pochino dai bordi... Ma non sei arrabbiata vero?'

E io, picciona ingenua: 'Ma no amore, la mamma pulisce, capita di uscire dai bordi. Dai, fammi vedere.'

Non si sposta, non mi fa passare.
Lo sposto di peso. Vado in soggiorno, dove J. continua placidamente a farsi i fatti suoi.
Ecco cosa trovo.



No. I fogli della mia stampante non sono color parquet.
Si. Ha disegnato per terra.
No. Non è solo uscito poco dai bordi.
Si. Ha proprio spostato il foglio e usato la 'lavagna gigante' che è il pavimento.

Sospiro. Profondamente.
E conto fino a 1500.

Guardo fuori dalla finestra, e vedo tra le gocce d'acqua e le nuvole scure un raggio di sole.
Poi guardo il mio bambino, il suo sorriso disarmante e un po' preoccupato, e mi accorgo che il sole, dopotutto, ce l'ho in casa.




Simo V.

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