venerdì 28 settembre 2012

Bionda Q.B.

Salve a tutti. Mi presento sono Simona (alias Monilia), direi in linea teorica la meno bionda delle bionde che mi accompagnano in questo viaggio... anche se ammetto che negli ultimi mesi è cambiata in parte la percezione di me da questo punto di vista. I capelli sono rimasti lunghi e mori, ma gli ormoni che mi ballano in corpo si sono divertiti a farmi apprezzare certi aspetti della bionditudine che mai avrei avrei creduto di poter sperimentare :) Vi lascio nell'incertezza, capirete col tempo (ecco vedete? è tipico di una bionda non prendersi la noia di concludere un argomento. Non sempre serve spiegare, si può attendere).

Quale sarà il mio contributo in questo blog? ah. ottima domanda. Non ne seguirò la parte tecnico-grafica (a dire il vero a livello informatico sono biondo platino ossigenato... avete presente Catarella? ecco. io pratico l'informaticcia, più che l'informatica...)
Non mi trucco, quel poco che so fare l'ho imparato dai tutorial in rete e di certo non ho acquisito le competenze necessarie per trasformarmi a mia volta in guru del maquillage.
Qualcosa però dovrò fare no???
Pensa che ti ripensa sono approdata ad una mia passione, una cosa che amo fare (certo. non sempre e non comunque) che ho imparato a fare essenzialmente da sola, e in cui pare che col tempo sia migliorata abbastanza (specie visti gli esordi non esattamente memorabili) al punto da sentirmi spesso dire "che buono!"
Sarete anche lettori di un blog che fa della platinatezza cheratinica il suo tema portante, ma non siete idioti: sì, vi parlerò di cucina :)

Foto da web
Partiamo dagli esordi. 

Sono figlia unica in una famiglia in cui mia madre era maTre totalitaria: qualunque cosa io facessi che avesse attinenza con la sfera domestica, lei ci teneva a rimarcare che lei l'avrebbe fatta:
  1. diversamente 
  2. più rapidamente
  3. meglio. Sopratutto meglio.
Constatando ciò e non propendendo caratterialmente per lo scontro, ho optato per l'opzione "c'è mamma fa lei". Ho visto cucinare per anni, ma fisicamente fino ai 25 anni, quando sono andata a convivere, non sono andata oltre al caffè...
Questa premessa è INDISPENSABILE e capirete sempre col tempo il perchè.
Con un quarto di secolo sulla groppa quindi la sottoscritta va a convivere col sul amore e che fa? Cucina. Caffè? no. Non solo. In 25 anni comunque avevo fatto praticamente poco o nulla, ma a livello di osservazione visiva ero avanti... Anche se la cosa non mi interessava più di tanto, non potevo chiudere gli occhi mentre la maTre passava ore in cucina a spignattare... Quindi diciamo che le basi le avevo, e morti di fame non siamo. Pasta, bistecca, insalate, verdure lesse.... Una cucina di sopravvivenza, quindi. Che però alla lunga annoia... specie per chi come me e il mio compagno ha comunque l'abitudine di mangiare bene e di cambiare spesso (anche mia suocera se la cava egregiamente ai fornelli...)
E così, impietosita dall'espressione avvilita del mio lui davanti all'ennesima costata ai ferri e annoiata anche io dalla pasta col sugo di pomodoro mi son detta: boh, proviamo....

Accelero un po'. Come tutte le bionde tendo alla logorroea.

Ho acquistato qualche libercolo piccino con ricette base a prova di idiota... In edicola ne trovate tante: lasciate stare le più blasonate, concentratevi sulle piccoline e sconosciute ai più. Fate il test "gnucco": scegliete a caso una ricetta: se scorrendo la lista ingredienti ne trovate più di tre di cui non sapreste dire se sono di origine animale, vegetale o minerale, riponete la rivista sullo scaffale... Idem se la domanda che vi sale spontanea alle labbra leggendo le ricette è "dove lo compro questo???" Non è l'ingrediente "strano" a fare buono un piatto. Per il mio anniversario di nozze ho fatto una zuppa di patate e funghi, un piatto povero: ma se non la fai bene non sarà mai buona... ricorderà solo un purè riuscito malamente.

Partite con ricettine semplici, che non richiedano abilità manuali particolari, e se serve, usate le scorciatoie. Una pie di carne e verdure fatta usando la sfoglia surgelata sarà comunque meglio e più sana di una torta salata That's amore.... arrivate a un compromesso, non serve essere talebani. Prendetevi il tempo che serve, specie all'inizio: cucinare non è una pratica esclusiva. Ma finchè i tempi di preparazione e cottura non si comprendono un po', evitate di stirare mentre cucinate un piatto: il passo da ben cotto a bruciato è irrisorio, e quando sentite l'odore è già troppo tardi.

Altro step nella scalata al fornello è stato rompere le palle alle rispettive genitrici per chiedere come diavolo si facesse a rifare i nostri piatti preferiti, quelli che quando te li fa mamma ti si scalda il cuore... tipo nel caso mio erano i piselli in umido... Mia mamma li fa dolci, delicati, che ti si sciolgono in bocca.... i miei venivano o troppo salati o troppo dolci, e inevitabilmente finivano per seccare troppo a causa della lunga cottura.... ancora oggi i piselli di mia mamma sono un'altra cosa. Ma a furia di tentativi mi ci sto avvicinando. Non sono mancati episodi tragicomici, di quelli che ti restano impressi nella loro grottesca ilarità... Nella famiglia del mio compagno il piccante piace, nella mia non si sa nemmeno dove stia di casa (credo che il barattolo di pepe che mia madre ha in dispensa sia quello comprato appena dopo le sue nozze, 35 anni fa...) Questo per chiarire che le mie competenze sul piccante erano inesistenti... Un giorno S. (il mio compagno, troviamo un modo di accorciare...) mi chiede una pasta aglio olio e peperoncino.
Che scemata direte voi.
Anche io.
Oggi.

Lui chiama mammà, si fa spiegare come si fa, mi gira le istruzioni e io mi ci metto. Piccola premessa. Mia suocera ci aveva dato un Bormioli da mezzo kg riempito della sua scorta personale di peperoncino calabrese secco, quando abbiamo lasciato il nido. Bene. Soffriggo l'aglio nell'olio, lascio rosolare (ok, lo brucio. Sì, lo ammetto... inizialmente le cotture erano un po' casuali...) tolgo il moncherino carbonizzato di aglio... e ora devo mettere il peperoncino. E mi perdo in una di quelle analisi quantistiche tipiche delle more... sarebbe stato sufficiente spegnere il cervello e mettere il (articolo SINGOLARE maschile) peperoncino nell'olio e via. Invece? Invece la sottoscritta prende il Bormioli (da mezzo kg) dalla dispensa e .... PENSA!!! Ragiona, quantifica, analizza. Se tua suocera ti ha dato un vaso da mezzo kg di peperoncino, probabilmente la singola dose di peperoncino che va usata è in parte proporzionale alla scorta complessiva che ti è stata data. Ci saranno 3000 peperoncini in questo barattolo.... mica ne dovrò usare uno alla volta: starebbe a dire che mi ha dato peperoncino sufficiente per la nostra intera esistenza terrena ed eventualmente anche per quella ultra terrena.... Ok. Escludendo che il peperoncino da mettere sia uno, escludendo l'ipotesi di svergognarti davanti alla suocera telefonandole con l'arguta domanda "L, quanti peperoncini ci vanno nella ricetta?" che fai? Continui a ragionare... e per assioma deduci che il peperoncino è come il pepe nelle ricette. Ti dicono forse quanti granelli di pepe servono per fare una cacio e pepe? No. OVVIAMENTE.

Ti scrivono "pepe e sale Q.B."
Quanto Basta...

Una manciata scarsa di peperoncini calabresi era quanto bastava a mio avviso quel giorno per quella pasta aglio olio e peperoncino.
Sorvolo sulla descrizione degli effetti sull'incarnato, sulla respirazione, sulla circolazione cardiovascolare, sulla sudorazione, sulla produzione lacrimale e salivale che quel Q.B. di peperoncino ha avuto su di noi quel giorno...

Cosa ci ha insegnato questo aneddoto? 
  1. che abbiamo una scorta di peperoncino calabrese in casa che ci sopravviverà senza alcun dubbio.
  2. mai avere paura di chiedere una delucidazione in più (a tutt'oggi chiamo sempre mia madre perché non mi ricordo mai se il polpo si cala ad acqua fredda o già in bollore.... e non ridete. Siete voi quelli che sono qui a leggere un blog di BIONDE!!!)
  3. i Q.B. nella vita servono. E vanno osservati con scrupolo...
Non avrò in questo mio spazietto una struttura molto organizzata... vi riporterò ricette che ho sperimentato (e che siano risultate alla prova assaggio riuscite e soddisfacenti), vi parlerò di verdure (perchè lavoro con le verdure e ho imparato a conoscerle bene), vi parlerò di una convinzione che si sta facendo spazio in me: siamo quello che mangiamo, e se mangiamo bene (con la testa) non sarà necessario ricorrere a integratori di sintesi per sopperire alle "carenze".

Ora vi lascio. Prendo il mio carrellino da nonnetta fashion (rosso a pois bianchi) e vado a fare scorte di verdure: al momento il mio corpo ha bisogno di calcio, magnesio e potassio ;) Vado a fare rifornimento dal fruttivendolo.
A presto!

Simona

6 commenti:

  1. Le ricettine di Simona mi hanno aiutato ad uscire dal tunnel dei panini con il ketchup e dei 4 Salti in padella. :)

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  2. sono fuori dal tunnel del divertimento ;)

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  3. Ma quando ti decidi a scriverlo sto libro? Titolo? Perline di saggezza :-)

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    1. Perline di Saggezza non va bene, sarebbe come fare pubblicità alla concorrenza: c'è un'altra creativa che usa questo nome! :)

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  4. potrei optare per Pirle di saggezza....

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  5. o_O volevo imprecare Minchia! Ma sono sicura che farei pubblicità ad un sacco di concorrenza ah ah ah

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