venerdì 30 novembre 2012

I migliori anni della loro e nostra vita.

Vi avverto: è un post leggermente nostalgico. Ma Liana vi ha già un po' abituati, mi ha spianato la strada. Quindi, pronti? Via!

Ieri mattina, mentre andavo ad un appuntamento, ascoltavo la radio in macchina, come al solito. Non so stare senza musica quando guido. La amo da sempre e ascoltarla durante un viaggio in auto, lungo o breve che sia, mi regala rari momenti in compagnia dei miei pensieri in totale libertà.

Dopo molti anni di fedeltà assoluta, sono passata da Radio Deejay a Virgin Radio. Ho bisogno di meno parole e più buona musica, ecco il motivo del tradimento: su Virgin infatti passa solo rock e anche molto rock d'annata. Va da sè che il mio lato nostalgico venga continuamente sollecitato e solleticato.

(Foto da web)
Ieri mattina, dicevo, uno dei primi pezzi che sono passati è stato Dancing with myself di Billy Idol.
Ed ecco che in un attimo mi sono ritrovata ai tempi del liceo.
Mi sono ricordata di lui, di quel biondino cattivello, del poster che avevo in camera e di tutto il mio mondo musicale di quegli anni. Credo che un sorriso ebete mi si sia stampato in faccia a ripensare a tutte le volte che ho ballato su quelle note al mitico Vinile di Rosà, vicino a Bassano. Tutti vestiti di nero, si condivideva una macchina e via: tutti a ballare con i Cure, i Joy Division, i Soft Cell, Siouxsie, gli Smiths, i Bauhaus... che begli anni, quando tutto doveva ancora cominciare e tutto sembrava possibile.

Vedere oggi Billy Idol mi mette un po' di tristezza. Così come anche vedere Robert Smith, ingrassato, imbolsito... loro erano i miei idoli, i miei riferimenti anche per il loro aspetto, così trasgressivo allora. Mi fa tristezza soprattutto perché vederli invecchiati mi dà la dimensione di quanto tempo sia passato e di come sia passato in fretta. E capisco lo stato d'animo di mia madre quando, uno dopo l'altro, vengono a mancare i miti dei suoi anni migliori: Brando, Newman, Mastroianni... si perdono pezzi di vita e di gioventù.

Rolling Stones: Nonnetti un cazzo!!! (Foto da web)
Il rovescio della medaglia però è che il rock (e la bella musica in generale) mantiene giovani, almeno dentro. Quanti artisti degli anni '80 infatti, proprio come i già citati Cure, ancora oggi riempiono gli stadi? E per andare più indietro ad altri mostri sacri, parliamo dei Rolling Stones, dei Deep Purple, di Bruce Springsteen, di Iggy Pop... Dopo più di 40 anni sulle scene sembra abbiano ancora tantissimo da dare! Nonnetti un cazzo, insomma! ^___^

Ed anche se io non suono, quando vado a vedere un concerto sono una teen ager di 47 anni. Magari non pogo più e sotto il palco non sempre ci vado, ma la musica live - ooooooooh! - è una delle cose per cui vale la pena vivere! E i nostri anni migliori sono dentro di noi anche oggi, se li sappiamo tenere vivi!

Long live rock 'n' roll!



‪Deep Purple - Smoke on the water (Live at Montreux 2006‬)

Questo post voglio dedicarlo a un po' di persone:
  • mio padre, che mi ha regalato l'amore per la musica;
  • le mie fantastiche sorelle, Valentina e Daniela, da sempre compagne di scorribande musicali e non;
  • mia mamma, che ha sempre sopportato ore di musica new wave a palla e alla fine l'ha amata anche lei (e la ascolta tutt'ora alla tenera età di 77 anni);
  • mio marito Adriano, da sempre mio "pusher" di ottima musica e compagno di concerti;
  • il mio amico Max, che vivrebbe ancora negli anni '70, per sempre;
  • i miei amici Marco e Sandrino, grazie ai quali ho visto taaaaanti concerti gratis;
  • Schultz, autista di tante serate al Vinile e amica di una vita intera;
  • Ilaria, anche lei amante della buona musica e anche lei amica di una vita;
  • la mia amica Mara metallara che sta allevando la sua piccola Lisa a latte e rock;
  • le mie nuove amiche Natalia e Claudia che non si perderebbero mai un concerto. 


giovedì 29 novembre 2012

Diario di un intollerante: giorno 377

Che poi anche l'intolleranza ha i suoi lati positivi.
Se proprio vogliamo.
In primis la linea.
Mangi miglio come un canarino, albicocche secche come in geriatria, però non metti un etto. Anzi, perdi chili su chili e tutti lì a domandarti con occhietto vispo:"Come hai fatto??"
"Seguo la dieta di Gandhi, tesoro!"
Poi...vediamo...un altro pregio dell'intolleranza?
Ah, sì, la pietas.
Se sei un intollerante, lamentati, strepita, fai sì che tutti si mettano nei tuoi panni di povero mortale che ormai può solo sentire il richiamo della Nutella come le sirene Ulisse ma non può raggiungerla.

Foto da web
In men che non si dica, adorabili amiche-crocerossine da tutta Italia, mosse, appunto, a pietà, ti manderanno squisitezze da ogni dove, rigorosamente gluten e lattosio free (o come direbbe uno dei gemelli A. del chioschetto delle crepes nel Postaccio - ameno luogo di villeggiatura ai piedi della ridente Taormina-, gruten frai. In che lingua lo pronunciasse ancora non ci è dato sapere) per allietare un pò le tue giornate senza pane burro e marmellata (nel senso, la marmellata senza pane e senza burro che ragione ha di esistere??) - Grazie Rosy, grazie Piffi (se qualcuno fosse interessato a fare donazioni, lo scriva nei commenti).
Certo.
Ricominciano a farsi sentire i problemi quando, per un buffet per questo evento qui*


mi trovo a cucinare una torta che ha soli due ingredienti: uova e Nutella.
Quintali di Nutella, dentro, sopra, sotto, di lato e tutt'intorno.
Senza assaggiare, senza leccare il cucchiaio, senza pucciare il dito nell'impasto.
Però sono stoica.
Come ogni buon intollerante che si rispetti.
Del resto, non posso mica pretendere che le dolci signore che verranno a trovarci  si limitino a mangiare stick al sesamo e miele.
Penso al Dalailama e vado in cucina.
La Nutella non esiste.

Post scriptum: L'evento in questione è il nostro Red Lips Tea Party, un pomeriggio spensierato tra amiche vecchie e nuove all'insegna del buon gusto, delle risate e dei dolcetti (giuro, dolcetti normali e non per intolleranti!) dove saranno in mostra le creazioni Narcysa e dove potete provare le deliziose proposte d'intimo, maglioni e pigiami di Antonella e Simona. 
Siete tutte invitate!
Si svolgerà a Catania, presso Intimo363, viale Mario Rapisardi n.363 (zona chiesa San Luigi). Vi aspettiamo e...non dimenticate il vostro rossetto rosso ;)

martedì 27 novembre 2012

Il mare negli occhi

Se vi fermaste per un attimo ad osservare la galleria di tipi umani che ogni giorno vi circonda, vi accorgereste che dietro ogni volto esiste un mondo misterioso che, forse, nemmeno il legittimo proprietario riesce a decifrare.
Se vi fermaste per un attimo ad osservare, forse, sareste più indulgenti con il tipo che indossa quella orribile camicia di flanella, ampia, a scacchi verdi (di quelle che si usavano nei primi anni '90), che arranca spingendo in avanti la testa - come se quel movimento potesse fargli acquistare maggiore velocità - oppure con il tipo dalla lunga chioma argentata, raccolta in una coda da un elastico rosso, che vi attraversa improvvisamente la strada costringendovi ad una brusca frenata. Con la sua giacca scura, gessata a righe bianche e rosse, su pantaloni beige, sembra uscito da un numero di cabaret!
Se vi fermaste per un attimo, sareste più indulgenti persino con me che scrivo queste righe mentre aspetto il mio turno al catasto, infischiandomene della signora grassoccia col rossetto rosso, che urla per la sala chiedendo a tutti qual è il loro turno per capire chi è l'ultimo.
A me, invece, viene un po' difficile essere indulgente con l'amministrazione che ha, prima, acquistato un sofisticato software, con tanto di display touchscreen, per smistare il pubblico nei vari uffici a seconda delle necessità di ciascuno, e poi, per mancanza di fondi, lo ha lasciato spento in bella vista a mo' di oggetto d'arredamento (confesso che la sola laurea in giurisprudenza non è sufficiente per capire su quale tasto pigiare e così finisci per premerli tutti, ritrovandoti con una mole di bigliettini dalle strane sigle. Forse è un bene che la sua era sia finita).
A ben guardare però, se vi fermaste un momento, sareste più indulgenti anche con voi stessi.
Se aveste, come me,  la fortuna di vivere su un'isola dalla forma triangolare, vi accorgereste di com'è facile attraversare la strada - sulle strisce pedonali, mi raccomando! - e ritrovarvi con le scarpe affondate nella sabbia.

Foto da web

Lì vedreste centinaia di altre orme, ognuna con una storia, e vi divertireste a calpestarle, un po' per cancellare la prova del passaggio di quel visitatore, un po' per immaginarvi nei suoi panni (ma chissà se vi conviene il cambio!). E con la testa china sui passi di un altro, la vostra vista si aprirebbe su una distesa azzurra.
Siete nel Paese delle Meraviglie, pur non chiamandovi Alice. Benvenuti!
A questo punto prendete la vostra borsa e sedetevici sopra o, se preferite, sporcatevi pure, poggiandovi sulla sabbia umida.
Perché vi dico tutto questo?
Perché a volte, dovreste coccolarvi e dimenticare gli affanni quotidiani o, quantomeno, metterli da parte per un momento. Lasciarvi tentare dalle conchiglie sparse sulla sabbia e raccoglierne un po', come quando eravate bambini.
Se proprio non ci riuscite, già che siete nel Paese delle Meraviglie, lasciatevi ipnotizzare dalle onde che si ripiegano su se stesse in quella specie di grugnito dolce, mentre un odore salmastro invade i vostri sensi.
Osservate come, nel ripiegarsi, l'onda sembri quasi stringere nel suo pugno la sabbia per poi abbandonarla senza vita.
Se poi una nuvola nerastra si ferma sopra di voi, vedete come sotto quella luce il mare assuma una colorazione verdastra. Strizzate gli occhi e piangete. Piangete forte dinnanzi a quella meraviglia. Urlate per la commozione o per ogni piccolo dolore dei vostri giorni.
Piangete pure. Le onde, si sa, sono discrete. Non si duoleranno di quel piccolo disturbo; anzi, canteranno più forte. Le vedrete rizzarsi in piedi, gonfiando il petto quasi a sfidarvi e urleranno più forte.

Foto da web
Ancora una volta, voi siate indulgenti.
Andate via in punta di piedi, seguendo il suono della gocciolina che scende lungo una parete. Non spaventate la lucertola sul muro.
Ritornate alle vostre faccende con il cuore sgombro.
Se poi non avete, come me, la fortuna di aver messo radici su di un'isola triangolare, recatevi nel posto del vostro cuore e lasciatevi tormentare dolcemente.
Iniziate l'avventura di un nuovo giorno con l'agitarsi delle onde ancora negli occhi.


Lilla, l'altra metà di Narcysa

lunedì 26 novembre 2012

Quella zuppetta che ti scalda... il cuore.

Foto da web

Ci sono cibi che oltre che alla pancia, fanno bene all'umore. C'è il cioccolato, c'è il pane fresco, croccante fuori e tenero dentro, c'è la pasta con il pomodoro e il basilico....

Appena arriva il primo freddo per me ci sono le zuppe... Già il suono della parola mi porta con se il ruvido della terracotta calda, il profumo delle verdure cotte lentamente, lo spirito di un camino acceso davanti a cui sedersi, i calzerotti di lana ai piedi...

Ok. Mi riprendo e torno coi piedi per terra.

Oggi una ricetta semplice, ma che vi richiederà un pomeriggio a casa per badare alla cottura, un piatto unico gustoso e ideale  per la stagione.

Vi serviranno per ogni persona:

  • 80 gr di ceci secchi
  • 60 gr di manzo (cappello del prete)
  • brodo vegetale
  • olio di oliva
  • salvia
  • sale e pepe
  • crostini di pane

Foto da web
Lasciate ammollare i ceci un paio di ore in acqua calda e un pizzico di bicarbonato.

In una pentola fate rosolare della salvia fresca (5/7 foglie, a seconda della grandezza) nell'olio di oliva; una volta croccanti, togliete le foglie e conservatele.

Quindi calate i ceci sgocciolati e il manzo (tagliato a striscioline sottili) aggiungete del brodo vegetale, sistemate di sale e pepe, e lasciate cucinare a fuoco moderato fino quando i ceci non si sfalderanno.

Servite ben caldo con dei crostini di pane e le foglie di salvia fritta.

Se poi volete mettervi i calzerotti di lana, accendere il camino e servire la zuppa in una ciotola di terracotta, il gusto non potrà che migliorare.


Simona R. (aka Monilia)

venerdì 23 novembre 2012

Robert Doisneau e la sindrome di Stendhal.


Doisneau, se non lo conosci, se hai visto a stento qualche scatto su internet, è qualcosa che non ti aspetti.
Ti aspetti delle foto, ok, ma non sei preparato all'esplosione emotiva che ti cattura in una bolla temporale.
Ecco, il bello di Doisneau è che ti porta a passeggiare con lui, per le strade di Parigi.
Una Parigi prepotentemente viva che viene fuori dai muri, dai mestieri, dalle strade bagnate, da dei tuffatori da un ponte, da dei bambini monelli.
Ha preso volti, mestieri, gargoille e li ha immortalati, li ha seguiti per giorni, in giro per la città cogliendone un'espressione, un sorriso, un gesto delle mani.


Ha mostrato quella Parigi che nei miei sogni ho visto mille volte.
Quella dei bistrot, delle cloche e dei vestiti frangiati.
Quella degli anni '30 e dei bicchieri d'assenzio.


Poi le donne, le persone, e la vita.
In qualsiasi sua forma e manifestazione.



Un bianco e nero che ti avvolge nel fumo, nei riflessi sulla Senna, nel metallico bagliore della Tour Eiffel. Che ti avvolge in un abbraccio perfetto, in cui c'è tutto: la giovinezza, l'amore, la lussuria, la vecchiaia, l'indolenza, l'innocenza, perchè è tutto collegato.
Perchè è tutto vita, anche la morte.
E poi c'è la bellezza. La bellezza che, secondo Dostoevskij, salverà il mondo.


"La bellezza, per commuovere, deve essere effimera"
(R. Doisneau)

giovedì 22 novembre 2012

Giovedì gnocca "L'angolo dello spignatto - Coccole da viso"

Salve gnocche!!!

Ho pensato di allargare "gli orizzonti" di questa rubrica dedicata al makeup, inserendo di tanto in tanto dei post dedicati all'arte dello "spignatto".
Ma cos'è lo spignatto?!! in parole molto povere si tratta dell'arte di fare cosmetici in casa;  maschere, scrub, creme mani e corpo, makeup minerale etc etc...
Voi vi domanderete, ma dove trovo tutti gli "ingredienti" per spignattare?! semplicissimo! per le ricette più elementari, come ad esempio uno scrub per le labbra ci basterà prendere un pò di zucchero e un pò di miele che TUTTE abbiamo in casa e il gioco è fatto ;) ; mentre per quelle più complicate come una crema mani dove abbiamo bisogno di emulsionanti e attivi per arricchirla, bhè... in questo caso  il web ci viene in soccorso, infatti oggi come oggi sono tanti i siti dove reperire le materie prime Aromazone, Mineraliberi, farmacia Vernile, Dadalindo, Gracefruit etc.... ma vi avverto, se entrerete nel turbine dello spignatto non ne uscirete più, con un solo "clic" riempirete carrelli e carrelli di oli, emulsionanti, oli essenziali, attivi antirughe, anti brufoli, anti TUTTO!!  e più ne avrete e più ne vorrete!! io vi ho avvertito! ;)

Ma prima di iniziare a spignattare "seriamente",  bisogna studiare!e un link utilissimo, l'abbecedario dello spignatto è l'ormai famoso "forum di Lola", lì troverete tutto ma proprio tutto tutto quello che dovete sapere per creare i vostri cosmetici.

Ma veniamo allo spignatto di oggi! ho pensato di proporvi una "coccola" per il viso, delle "pastiglie" da sciogliere in acqua caldissima per effettuare una sauna facciale, che servirà per rendere morbido e privo di ogni impurità il nostro bel visino. La ricetta l'ho trovata su un blog francese.

Cosa ci serve?!

Per circa 3 pastiglie 

  • 20 gr Caolino, detta anche argilla bianca (reperibile anche in erboristeria)
  • 30 gr Bicarbonato di sodio (lo troviamo al supermercato)
  • olio di jojoba (in erboristeria) oppure di girasole ( io uso quello bio della coop) o ancora oleolito di lavanda-camomilla-calendula (presto vi spiegherò come farlo ;) ) q.b. a compattare le polveri
  • fiorellini di lavanda (in erboristeria)
  • oli essenziali di lavanda e geranio (in erboristeria) 
  • formine di silicone 





Come vedete gli ingredienti sono di facile reperibilità ;)

Veniamo a noi!

Prima di tutto sterilizziamo per bene il  piano da lavoro e i nostri attrezzi!!! è importantissimo. Per farlo usate l'alcool a 90° quello che troviamo al supermercato nel reparto liquori.

Iniziamo!!

Mescoliamo insieme le due polveri, caolino e bicarbonato, dopodichè aggiungiamo i fiorellini di lavanda e mescoliamo di nuovo.





A questo punto mettiamo 3 gocce di olio essenziale di lavanda (lenitivo e cicatrizzante) e 2 di geranio (astringente, cicatrizzante); ora prendiamo l'olio e aggiungiamone poco per volta affinchè impastando con le dita si formi una "pasta" bella soda.



Ora siamo libere di creare le nostre "pastiglie" servendoci di uno stampo di silicone oppure direttamente a mano. Io ho usato uno stampo di silicone che ho precedentemente STERILIZZATO CON ALCOOL. Sformate le vostre pastiglie e mettetele ad asciugare per 24-48h prima di utilizzarle.



Una volta pronte, prendetene una e lasciatela sciogliere in una bacinella di acqua caldissima, mettete il viso sopra il vapore coprendovi con un asciugamano e rilassatevi per 10 minuti.

I vapori della sauna ricchi degli ingredienti delle nostre pastiglie aiuteranno i pori a rigenerare la pelle rendendola morbida e priva di ogni impurità.

Vi è piaciuta?!! semplice no?! inoltre io la trovo anche una simpatica idea-regalo per le prossime feste natalizie ;)

Alla prossima!!! :*



mercoledì 21 novembre 2012

Bionda si, ma col sorriso.

Se non è la caldaia, è l'antenna.

Beh certo, perché con questo super mega digitale terrestre io non prendo un tubo, a casa mia. Su 900 canali, ne vedo si e no a giorni alterni e a momenti alterni nello stesso giorno all'incirca una trentina. Ok. A.A.A. cercasi antennista. Che si palesa oggi. Oggi, alle 14.30. OGGI?

Respiro, profondamente.

Ma forse devo fare un piccolo passo indietro, a stamattina.

Foto da web
Zampetto felice e leggiadra all'asilo con le mie due belle creature e il mio bel fidanzato. Tengo d'occhio il più piccolo perché ieri mattina, in un improvviso marasma di bambini, sono entrata a scuola e lui era ancora fuori per le scale che urlava disperato "APPETTATEMIIIIII!!!!!!!!!".

Ok. Dicevo, entro. Feliciona saluto un po' di custodi, un po' di mamme, mentre i miei bambini scorrazzano in maniera confusa uno da una parte e uno dall'altra, in direzioni diametralmente opposte alle loro aule. Beh, mi pare giusto, tanto siamo in due, prima o poi riusciamo a catturarli. Fino a quando il mio sguardo incrocia quello di un'altra mamma che gaiamente mi fa "Oggi ci sei, vero?"

...

"Ma sì, oggi, dalle 14 alle 16! Dobbiamo guardare il film Spirit cavallo selvaggio tutti insieme!".
Ok.

Respiro, profondamente.

Foto da web
Oggi alle 14 no che non ci sono. Oggi alle 14 sarò appena tornata a casa con i due mostri (si, perché a quell'ora da belle creature si trasformano in mostri) e starò lottando per scagliarli a letto per il pisolo pre-judo, pre-pomeriggio, pre-tutto. Pre-antennista alle 14.30. No che non ci sono, alle 14. E nemmeno lo sapevo. Che è peggio.
Inveisco, con il sorriso, ma inveisco. Perché non è possibile che non si sappia mai un tubo di quello che fanno. Perché se i bimbi devono andare in classe da soli, è inutile che mettano le comunicazioni appese alla porta, se io a quella porta non ci posso arrivare. Salgo dalla maestra e chiedo spiegazioni.

Poi collego il cervello al mio sorriso di cui sopra.

Ehm... ecco in effetti la comunicazione venerdì pomeriggio ce l'avevano data, me l'aveva messa in mano il Grande quando sono andata a prenderlo, due secondi prima di sentire la sua vocina che nello pseudo-silenzio dell'uscita a metà giornata urlava a squarciagola "Uè ciao maialeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!", un secondo prima che lo agguantassi per la collottola con un sorriso forzato davanti a tutte le facce allibite - bimbi, genitori, custodi - e lo portassi elegantemente fuori da scuola sibilando "stasera niente cinema".
E la comunicazione di oggi alle 14 no, non l'ho letta, l'ho lanciata nello zaino di J. e lì è rimasta.

Foto da wb
Ma torniamo a noi. Ok, Spirit cavallo Selvaggio l'ho visto per 3 mesi di fila un paio di anni fa. Ricordo ancora a memoria canzoni e dialoghi e zompi di 'sto cavallo coraggioso.
Bene, mi organizzo con la suocera, che arriva alle 15, perdo un pezzo di cavallo selvaggio, ma acchiappo al volo l'antennista pacchinaro, sistemo la tele, il moroso è felice, la nonna sta con i bimbi, partecipo al dibattito post cavallo selvaggio, torno a casa, do la merenda ai bimbi visto che nel frattempo J. si sarà svegliato, ri-esco per portare a judo il Grande, torno a casa e congedo la suocera. Se non mettessi le virgole, potrebbe sembrare un attacco di Stream of consciousness.

Invece no. Perché il simpatico antennista arriva alle 15.05. 35 minuti dopo, sulla mia serratissima tabella di marcia organizzata al secondo. Perché quando arriva e si arrampica sul tetto mi dice che è meglio se aspetto a uscire - "Perché, aveva da fare?" mi dice. Maremma inguaiata, no che non avevo da fare, figurati, ero indecisa se mettermi lo smalto o pettinare le bambole oggi pomeriggio, pensa!

In tutto ciò, lei, la suocera.
Ma qui mi fermo e vi strizzo l'occhio.


Allegramente il mio pomeriggio è precipitato così: schizzo fuori casa smaterializzandomi e lasciando la televisione accesa nel bel mezzo di una riselezione automatica dei canali alle 15.35, 2 minuti dopo parcheggio sgommando fuori dall'asilo, entro con un sorriso ebete e la tipica frase idiota "Salve, meglio tardi che mai!" rivolta alla custode che mi guarda come per dire "Scema, non vedi che ore sono?", scendo nell'area comune saltando i gradini due alla volta, riguadagno compostezza in tempo per vedere che gli altri ligi genitori sono stipati in un'aula nella quale non riuscirò mai ad entrare, mi pento di essere uscita per niente così di corsa, aspetto comunque la fine, due chiacchiere con le altre mamme, riprendo il bolide e arrivo a casa in tempo per assistere alle urla della suocera che cerca di convincere J. all'immobilità mentre lei tenta invano di vestirlo (non sa che lui appena si sveglia è intoccabile per una mezz'oretta, grugnisce, digrigna i denti, scappa si nasconde e minaccia di tirare pugni in un futuro prossimo). Dopodiché assisto basita a lei che esce di casa tutta feliciona, invece di rimanere a casa mia per curare il piccolo mentre io porto a judo il Grande.
Ok.

Respiro, profondamente.

Agguanto i figli, merenda, scarpe, calze sperando che abbiano addosso tutto il resto, rimetto la giacca, ma forse non l'avevo tolta, il Grande mi fa una scena da Oscar perché "maaaaaaaaaaaammmaaaa non ce la faccio ad andare a Judo oggi, guardami come sono stanco povero me!". Tiralo su, convincilo, parlagli, sgridalo, urla, acchiappalo e buttalo fuori casa con l'altro attaccato alla gamba, in macchina parte una scazzottata quindi fermati, dividili, legali di nuovo, J. piange, il Grande si addormenta. Si addormenta???????? E finalmente arrivo a judo.

Basta. Sono stanca. Si, c'è un seguito, ma cerco un ghost writer perché io, sinceramente, non ne posso più.

Come sempre, se sopravvivo ci sentiamo presto. Col sorriso, of course! Perché dopotutto, dai, oggi non è andata poi così male.

S.


martedì 20 novembre 2012

Le parole dimenticate.

Foto da web
Oggi mi sono imbattuta, gugolando, in un pezzo del doppiaggio italiano della Carica dei 101, il cartone animato originale del 1961. Ad un certo punto sento: "noi cani non ci intendiamo molto di bellezza muliebre".

Da quanto non udivo questa parola? Almeno dai tempi del liceo classico.

E un bambino di oggi sa che vuol dire? 

Il fatto è che la tv, il cinema, la radio, con il passare degli anni, hanno smesso di avere una funzione educativa e divulgativa (pensiamo a come sia stata importante la televisione negli anni '60 per diffondere l'italiano in sacche di popolazione ancora analfabete o semi-analfabete). Pian piano, invece che cercare di tenere alto il livello del linguaggio, questi media (e si legge media, non midia, perché è una parola latina: è il plurale di medium = mezzo e significa per l'appunto mezzi) si sono adeguati al basso livello della parte più becera della popolazione.

Di questo hanno grande responsabilità in primis le tv commerciali che hanno preferito dare alla massa programmi vendibili piuttosto che programmi di qualità; in secundis noi, che ci siamo andati dietro, ignari delle conseguenze.
La bella lingua italiana, in bocca ai Signori delle televendite e alle Signore "tette al vento", veline primigenie, si è impoverita, imbarbarita, imbastardita. Ha perso congiuntivi, parole, suoni. Si è persa. E per ogni neologismo di internettiana e anglofona derivazione, come ad esempio il "gugolare" che ho usato all'inizio della mia filippica, 10 vecchi vocaboli oramai desueti, lasciano nel silenzio il Dizionario della Lingua Italiana.

Il Trota - Foto da web
La volgarità e decadenza della nostra cultura sono degnamente rappresentate da personaggi a dir poco naïf, che ricoprono (o hanno ricoperto) ruoli istituzionali, creando a molti italiani un grande imbarazzo internazionale.

E su Facebook passano per verità dogmatiche assiomi del tipo "il latino non serve a un cazzo nella vita reale". Ok, sì, è uno scherzo e ci volevamo fare due risate, ma dal latino viene l'italiano e molte altre lingue europee. E aiuta a capire ed apprezzare tanti termini del nostro idioma.

A proposito di vocaboli vecchi e nuovi, vi voglio segnalare un libro della Add Editore: Il Passadondolo di Enrica Caretta. Andate anche a seguire la pagina relativa: scoprirete termini mai sentiti! :)


E per finire da dove ho cominciato... il termine muliebre deriva dalla parola latina mulier = donna, moglie e significa femminile.

Quindi, care lettrici, bionde o brune che siate, questa parola riguarda tutte voi! ;)


martedì 13 novembre 2012

Natale con i fiocchi!

Per la serie "Piccolo spazio pubblicità", approfitto di questo nostro blog per farvi conoscere la nostra iniziativa natalizia.

Come detto all'inizio, siamo 7 creative ed abbiamo le nostre creazioni in vendita su Blomming. Per Natale abbiamo quindi pensato di favorire lo shopping da noi offrendovi degli sconti un po' particolari: se comprate da una di noi (per almeno 25 €), potete avere uno sconto del 10% per acquistare da un'altra di noi (su una spesa di almeno 25 €). :)

Ecco qui sotto la nostra piccola paginetta pubblicitaria (curata come sempre da me che son la grafica dell'allegra compagnia di svitate più o meno bionde) e speriamo che l'iniziativa sia di vostro gradimento!


Vi ricordo i link dei nostri negozi individuali su Blomming:



Venite a trovarci! :)

sabato 10 novembre 2012

2 + 2 = 4

Foto da web
Non ci piove. 2 + 2 fa 4.

Se 1 + 1 = 11 quando si parla di procreazione (e chi ha 2 figli capirà cosa intendo, nel senso che da un giorno all'altro pare di avere in casa una piccola squadra di lottatori invece che due bimbi), 2 + 2 invece da miracolosamente un risultato che ha dell'inverosimile: più sono, più si menano via senza dare troppi problemi.
Oggi abbiamo in visita la delegazione di gemellini amici del mio Grande.
J. ha colto l'occasione per non dormire, ovviamente. Che simpatia. Mi immagino in capo a due ore in che stato sarà... sembrerà posseduto, come minimo!
E l'altro? L'ALTRO?????????????? Maremma spettinata, l'altro va al contrario, era posseduto appena arrivati gli amichetti: parolacce, spinte al piccolo, berci e strilla, tosse convulsa. Un folle.
Ma anche noi da piccoli eravamo così? Io ho un'immagine tanto 'santa' di me in versione mini...

Piccola pausa, ero immersa in una conversazione con uno dei gemelli, che si è svolta più o meno così:
Lui: Ma quella macchina incendiata... come mai è lì?  (nota: in effetti c'è un furgone incendiato in prossimità di casa nostra, che bel vedere!)
Io (a corto di risposte, visto che era la quinta volta in 5 minuti che me lo domandava): Eh, sapessi. Un macello. Nessuno la porta via, ed è qui da due mesi.
Lui: ---- (sguardo vacuo)
Al che, ricordo che la creatura ha 5 anni, quindi una concezione temporale del tutto random.
Io (sentendomi particolarmente brillante per la trovata): E' qui da quando è cominciato l'asilo.
Lui: AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH si! Due mesi! Mia nonna ha un cane due mesi fa, fra due mesi. E non lo lascia mai. L'altro è morto, lui no, quindi due mesi fa lo tiene sempre con sé.
Io: O__O

Salvata in corner dallo squillo del telefono, mi tengo lontana dalla pericolosa combriccola di giovani maschi, cerco di rendermi invisibile ai loro occhi curiosi, alle loro domande impertinenti, ai loro vaneggiamenti da incontro del terzo tipo.

Finché giocano con jeeg robot, astroganga e goldrake (giochi d'altri tempi, lo so, eppure così è) io mi defilo allegramente, sperando che queste due ore passino alla velocità della luce.

Vi saluto, se sopravvivo vi aggiorno.

venerdì 9 novembre 2012

Anche le brune lo fanno...o almeno ci provano

E' incredibile come i posti di mare, brulicanti - quasi da dar fastidio - in estate, siano deserti al primo soffio di vento...
Se tra luglio e agosto puoi sentire lo scambio di ricette sotto l'ombrellone, la telefonata della tua vicina (sempre di ombrellone) che parla male del marito con un'amica, i bambini che urlano mentre si rincorrono lanciando sabbia di qua e di là e il fastidioso ronzio delle moto d'acqua, tra settembre e ottobre vedi i turisti stranieri, i ristoranti semivuoti e i lidi che hanno più lettini che bagnanti.
A novembre restano i merli, gli aranci e qualche farfalla. Praticamente il nulla. Saracinesche abbassate in ogni dove e supermercati recanti cartelli di un'improbabile "chiusura per restauro".
Puoi macinare chilometri prima di incontrare un essere umano (carabinieri a parte) e quindi è normale che tu esca da casa per la passeggiata pomeridiana del cane, alle 15:30, così come sei vestita: capelli che sfidano la forza di gravità e altre leggi della fisica; cardigan verde con rombi arancioni e gialli; sotto, T-shirt verde acqua con fantasia che riproduce le bandiere di vari Paesi (per fortuna se ne intravede solo un pezzettino); tuta blu; calzini a scacchi bianchi e neri; scarpe da ginnastica, anch'esse in più colori.
Tanto non ti vede nessuno!
Niente di più sbagliato O.o
A parte la solita pattuglia di carabinieri, incontri tutto il paese, come se si fossero dati appuntamento proprio lì, a quell'ora, per ridere di te!
Mentre fai l'indifferente, fingendo di rispondere ad un sms, capita persino (e la cosa ha dell'incredibile, visto come sei conciata) che un uomo ti noti e cerchi di invitarti per una cena, una merenda, un caffè, qualcosa...Bionde vi odio!
Sappiatelo.
Ora, non dico che queste cose alle brune non capitino, ma di solito non capitano a me, ecco.
E allora vi odio!
Sì, perchè voi avreste saputo come sbarazzarvi subito di quell'accompagnatore, sempre col sorriso sulle labbra s'intende, e con l'espressione sognante di quegli angeli, dipinti dai pittori rinascimentali.
Una bruna no! Una bruna s'impappina. Farfuglia. Risponde a monosillabi alle domande del tizio. Parla col cane mentre quello le racconta tutta la sua vita...eppure, alla fine, ti fa persino sorridere quello strano incontro che, almeno, ti ha fatto compagnia per la strada deserta :)
Poi torni a casa e apri la finestra: il dirimpettaio guarda la tv in salotto, un bimbo ride al piano di sopra. Quel filo di vento, il solito, che scuote le palme. Il profumo di sempre nell'aria.


La solita, rassicurante, realtà parallela di un posto di mare in pieno autunno.
Beh, la bruna oggi ha provato a fare la bionda, ma domani...domani abbigliamento orrendo, ma monocolore almeno ;)

Lilla, l'altra metà di Narcysa

giovedì 8 novembre 2012

"Giovedì gnocca review"- Sleek i-divine PPQ SHANGRI-LA Collection- RESPECT Eyeshadow Palette"

Salve gnocche!!!...

Questa settimana voglio parlarvi dell'ultimo acquisto "makeupposo" fatto online.

Si tratta della palette Sleek i-divine PPQ SHANGRILA Collection -RESPECT, acquistata sul sito ufficiale della Sleek 


Questa palette fa parte dell'ultima collezione composta da due palette "Supreme" dai toni freddi e la "Respect" dai toni caldi.

Io ho scelto quest'ultima abbinata al Truly Mattely Deeply Lip gloss nel colore "Jazz", un gloss rosso-arancio completamente matt.




Il packaging è di plastica nera opaca, con la scritta della collezione in contrasto. Bella mi piace!  le dimensioni contenute 14 x 7 permettono di tenerla anche in borsa per un ritocco "all'ultimo minuto ;) "

Apriamo la palette e cosa troviamo?! Uno specchio delle stesse dimensioni del coperchio, ottimo!  e poi... dodici cialdine di ombretti disposte su due file e un applicatore doppio in spugna.



Il finish degli ombretti è prevalentemente matt ad eccezione di 4 cialdine "shimmer".  Le tonalità sono un mix di toni neutri accostati a nuance forti e brillanti come l'arancio e il corallo.

Veniamo alla descrizione dei colori.

Prima fila:


  
Gladys White: bianco opaco, mediamente scrivente.
James Brown: marrone shimmer, molto scrivente.
Shalamar: rosa carne dal sottotono leggermente aranciato opaco, poco scrivente.
Count Basi Beige: beige pallido opaco, mediamente scrivente.
Aretha Orange: Arancio chiaro leggermente shimmer, mediamente scrivente.
Otis Red: rosso-fucsia leggermente shimmer, scrivente.



Seconda fila:


Roberta Black: nero opaco, mediamente scrivente.
Vandellas: borgogna opaco, molto scrivente.
Cameo Cream: crema opaco, mediamente scrivente.
Motown Mink: caffelatte chiaro opaco, mediamente scrivente.
O'jays: arancio-pesca brillante shimmer con riflessi oro , molto scrivente.
New Jack Pink: rosa-fucsia opaco, mediamente scrivente.


Che dire?.. a parte i colori neutri che ho trovato poco pigmentati, la palette mi è piaciuta molto e la straconsiglio soprattutto per il prezzo 10€ sul sito, non sò se nelle profumerie Sephora la trovate a 9,90€. 
La versione con il gloss matt viene 13,49€ più 8,12€ di spese di spedizione. 

Per realizzare il trucco che vado a mostrarvi ho usato O'jays applicato su tutta la palpebra mobile, New Jack Pink sfumato nella piega dell'occhio, riga anni '6o (stile Twiggy )  e riga palpebrale inferiore, create con pennello angolare con un mix di Roberta Black e Vandellas. Riga di eyeliner nero (essence, la trovate negli oviesse) e ciglia finte! Rossetto Lancome L'Absolu Nu 302 Voile de Rose







 
A presto!!! :* 



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