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Dopo un sabato sera scoppiettante in compagnia di nuovi amici e una frotta di 5 bimbi maschi - ovviamente qui a casa nostra, e non aggiungo altro - imbusto i mostri posseduti e carichi di adrenalina e mi preparo a un meritato riposo, e a un risveglio senza sveglia.
Già, senza sveglia. Si perché alle 3 spaccate arriva allegramente il Biondo nel lettone, lo ributto nel lettino e nel mentre scende dal letto a castello il Grande che si fionda nel lettino, pure lui, al piano di sotto. E lo sento caldo. Ma faccio finta di niente. Me ne torno a letto. Ci penserò domattina.
Dopotutto però era già mattina, che sciocca! Quindi dopo mezzora neanche, mi zompano tutti e due nel lettone, e a quel punto non posso più ignorare la fronte calda, anzi, bollente, il respiro rumoroso e affannato del mio cucciolo. Maremma assonnata, che fare? Beh, ovviamente mi alzo, entro nel bagno gelido, accendo il fantasmino, cerco allo pseudo-buio termometro e olio, acchiappo e infagotto la belvetta, e spero di avere buona mira. 38.5. Ok, via di tachipirina, che solitamente nel giro di mezzora fa il suo. Invece no, ma perché mai a questo giro dovrebbe abbassare la febbre?!? Quindi mollo il Biondo nel lettone avviluppato a suo papà, e io mi trasferisco in camerina con il moribondo, che nell'ordine ha sete, ha freddo, ha mal di testa, ha caldo, vuole il ghiaccio sulla testa, vuole i chicchi omeopatici, oh che mal di pancia, ma quando guarisco, ma non guarirò mai più. E' proprio un maschio. E si fanno le 7. Ci appisoliamo. Dopo un secondo, che invece è un'ora, arriva il Biondo urlando 'Uè ma cosa ci fate voi nel mio letto????????'
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Mi trascino durante tutta la giornata, peraltro grigia, buia, con pioggia scrosciante. Che tristezza infinita. E il moribondo è fisso sui 38.5.
E con i suoi 38.5 ci apprestiamo ad affrontare un'altra lunga notte.
Si fa due sudate giganti, lo piazzo a letto, dorme quasi serenamente.
Ma invece no. Alle 3 in punto, sento fischiare. Ah si, dimenticavo. Quando sta male, per chiamarmi fischia, così non sveglia suo fratello (secondo lui).
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Si ripete la scena della notte prima, ahi ahi, mamma che male, mamma come sto male, mamma ma stai dormendo? dormi pure mamma, non ti preoccupare se io sto male l'importante è che tu riposi.
Si, vabè.
Ieri no, non si poteva affrontare. Lui, completamente sfebbrato, sebbene ancora con il look da morticino. Io, morticina senza look. Ma arriviamo a fine giornata. Barcollo verso il letto, sicura che sarà la notte del riscatto, del sonno, del riposo.
Stai ridendo? STAI RIDENDO?
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Ore 4.30. Mi sveglio infastidita da un suono noioso. Mi sento russare nell'orecchio. Anzi, rantolare. E' il Biondo. Non respira. Ma non può andare a non respirare nel suo lettino? No, perché per due notti mi sono concentrata su suo fratello, in più settimana scorsa sono stata via per ben 5 giorni, quindi cavolo ora devo pagare col sangue! Cerco di resistere, ma è insostenibile. Lo acchiappo e lo porto nel suo lettino. 'Mamma dormi con meeee?' E come si fa a dire di no? Mi sdraio con lui. Dopo mezzoretta, mi alzo, e al buio pesto cerco la strada verso la mia camera. Ma ho preso male le distanze, e sbatto una tranvata contro lo stipite, picchiando naso e fronte. Vi risparmio il male, ho visto le famose stelle. Oltre a vedere le stelle, ho svegliato tutti e due i mostrini. TUTTI E DUE che in coro dicono 'MAMMA???' E io brillante 'Si, sono qui sono qui!' quindi mi riavvicino al letto a castello, appoggio il piede sul letto sotto e il Piccolo mi si avvinghia alla caviglia, infilo il braccio tra le sponde del letto sopra e il Grande mi si abbarbica al braccio. Posizione insostenibile. Mollo il Grande. Mi risdraio con il Biondo, ma il Grande dopo un po' viene morso da gelosia notturna, balza giù dal letto e si infila nei 90 cm di spazio che abbiamo a disposizione. Che delizia. Sussurro al piccolo di dormire, e quell'altro urla 'ma lascialo stare e guarda me!'. Ecco, così facendo giunge l'alba, per l'ennesima mattina, e me la vedo tutta attraverso le stecche della persiana.
Colpa mia. Ancora una volta non ho resistito alla rara tenerezza del Piccolo che mi arriva silenzioso nel letto, mi si avvinghia addosso con quelle braccine corte, mi infila il muso morbido nel collo sussurrandomi quella frase 'Dormi con me mamma?' Mi perdo nella morbidezza dei suoi riccioli e mi danno le notti e le giornate, perdendo sonno e pazienza, ma ditemi voi: ogni tanto non ne vale la pena?
Simo V.